Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo
"Rosselli-Sartori"

 

Martedì 21 marzo si è tenuto, presso la nostra Aula Magna, un incontro in occasione della XXVIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Le classi coinvolte sono state tutte le classi quinte, la 2^AMA e la 2^SB, ma il vero ospite d’eccezione è stato l’ingegnere Salvatore Borsellino, il quale - in collegamento tramite la piattaforma Teams - ha trascorso la mattinata a discutere di legalità, a rivivere quei tragici momenti che hanno coinvolto la sua famiglia e l’Italia tutta, a rispondere alle tante domande preparate dagli studenti e dalle studentesse presenti, ma soprattutto a fare memoria e testimonianza. La lotta alla mafia, come sosteneva il fratello, il giudice Paolo Borsellino, non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma deve essere un movimento culturale e morale in grado di coinvolgere tutti, specialmente le giovani generazioni. Questa appare, difatti, l’eredità raccolta dall’ingegnere, il quale con fermezza, chiarezza e tanta umiltà ha parlato apertamente ai presenti, chiedendo loro di imparare a riconoscere quelli che sono gli atteggiamenti mafiosi che ancora pervadono la nostra società, a rifiutarli e, infine, a combatterli con la cultura e la legalità.

Per tutta la durata dell’incontro, sono stati proiettati i tantissimi nomi delle vittime di mafia, resi disponibili dall’associazione Libera, oltre che i loro tanti volti, noti e meno noti.

Dopo la lettura da parte di alcune studentesse della biografia del giudice, scritta dal figlio Manfredi, si è assistito al collegamento con l’avvocata Sara Caon, resa celebre per quella lettera di risposta che il giudice aveva iniziato a scriverle in quel fatidico 19 luglio del 1992, quando, assieme alla sua scorta, perse la vita nell’attentato in via d’Amelio. La lettera della Caon, integralmente letta durante l’evento, è stato oggetto di discussione durante la mattinata, soprattutto in funzione della risposta alla stessa da parte di Paolo Borsellino: quelle ultime parole e quelle risposte, incomplete, rappresentano ancora oggi idealmente il suo testamento.

Alla presenza dei due ospiti, la Dirigente Scolastica, la dottoressa Lucia Russo, e l’ingegnere Salvatore Borsellino hanno orgogliosamente annunciato all’Istituto il partenariato con “La Casa di Paolo”.

La Casa di Paolo, già attiva dal 2015 a Palermo nella vecchia farmacia della famiglia Borsellino, opera con attività culturali e ricreative a favore delle bambine e dei bambini che vivono situazioni di disagio nel quartiere della Kalsa. L’idea della famiglia Borsellino è di mantenere viva la memoria del giudice, il quale riteneva utile e urgente risaldare la frattura che aveva inclinato la vita delle bambine e dei bambini, allontanandoli da una vita dignitosa. L’intento dell’ingegnere Salvatore Borsellino, della nipote Roberta Gatani, la vera anima della Casa di Paolo, e della rete di volontari è quello di dare una seconda opportunità a chi vive in contesti deprivati di ogni tipo di risorse, promuovendo la cultura della legalità e l’educazione allo studio, strumenti indispensabili alla crescita culturale di ciascuno e dell’intera società.

La collaborazione tra la Casa di Paolo e l’Istituto Rosselli-Sartori favorirà il consolidamento delle competenze di cittadinanza, imprescindibili per un approccio al lavoro che sia etico, sostenibile e green. Per alcuni studenti rappresenterà, inoltre, un luogo altro rispetto alle aule didattiche, dove sperimentare diversi modi di crescere insieme e imparare a coltivare la speranza di un futuro prospero e rispettoso della legalità. L’Istituto è, inoltre, destinatario di una cospicua somma che servirà ad attivare proposte progettuali finalizzate al contrasto della dispersione scolastica e dell’isolamento sociale. I fondi del PNRR, destinati alla riduzione dei divari territoriali, saranno le prime risorse a disposizione, nella speranza che al termine dei due anni si incardini intorno alla Casa di Paolo la stessa rete di volontariato che opera a Palermo. Nella Casa di Paolo si cercherà di promuovere la crescita culturale e civile degli studenti, di dilatare il loro campo di esperienze, di accogliere le loro eventuali fragilità e di far leva sulla relazione educativa per far emergere i punti di forza e i talenti nascosti.

Si tratta quindi di una forma di investimento educativo e di capitalizzazione di esperienze, di risorse economiche europee e di catalizzazione di buone prassi a favore della cura del capitale umano e sociale del territorio.

L’evento si è concluso con i saluti della Dirigente ai due ospiti e con l’emozionante lettura della lettera scritta dalla vedova del giudice, Agnese Piraino Leto, in occasione del ventesimo anniversario dell’attentato.

In quelle parole si coglie il senso di queste giornate e di queste, essenziali, nuove collaborazioni:

«Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia.
Ho idealmente adottato tanti altri figli, uniti nel tuo ricordo, dal Nord al Sud: non siamo soli [...]

In questo ventesimo anniversario, ti prego di proteggere ed aiutare tutti i giovani sui quali hai sempre riversato tutte le tue speranze, meritevoli di trovare una degna collocazione nel mondo del lavoro.
Dicevi: Siete il nostro futuro, dovete utilizzare i talenti che possedete, non arrendetevi di fronte alle difficoltà.

Sento ancora la tua voce con queste espressioni che trasmettono coraggio, gioia di vivere, ottimismo.
Hai posseduto la volontà di dare sempre il meglio di te stesso.

Con questi ricordi tutti ti diciamo: grazie Paolo».

Grazie, Paolo e grazie al sacrificio di tutte le vittime innocenti delle mafie.

Non siete morti invano.




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